Sono convinto che l’empatia rappresenti la principale moneta di scambio per costruire le basi di una solida realtà aziendale.
Quando entriamo in empatia, ci sintonizziamo con particolari aree del cervello che, come delle antenne, percepiscono e comprendono lo stato emotivo altrui. In questo modo inneschiamo un meccanismo in grado di farci entrare in risonanza emotiva con gli altri. Questa emozione ci permette di capire meglio l’interlocutore, suscita in noi delle intuizioni e rende possibili risposte creative ma, soprattutto, coerenti.
Attenzione: un deficit di empatia non significa insuccesso, ma lo scopo, ovvero movente, renderà possibile attingere alle proprie competenze relazionali per ottenere i consensi cui ambiamo.

Le persone

Una lezione importante che tengo a condividere è sicuramente racchiusa in una riflessione personale: in passato, gestivo un’azienda di circa 200 persone tra commerciali, informatici, esperti di marketing, esperti web e designer. Oggi, è cambiato il numero e la natura delle figure che collaborano con me: un gruppo di professionisti, ciascuno con le proprie specializzazioni. Ma le aziende, piccole o grandi che siano, nascondono un piccolo segreto: sono fatte di persone.

Le persone rappresentano, da sempre, il passaggio tra quello che pensi e quello che desideri realizzare.

Devi prenderti cura di loro. Devi sceglierle bene, tenendo conto delle loro individualità; organizzare il lavoro e capire quanta fatica fanno. Se ne fanno troppa, significa che stanno usando male il loro tempo e che presto non saranno più motivate. Devi costruire un team di lavoro basato sull’unica capacità emotiva necessaria, l’empatia, accettando le corde naturali del temperamento dei collaboratori.

La trasformazione digitale e le persone

La trasformazione digitale, di cui tutti siamo ingranaggio essenziale, è sicuramente un meccanismo per togliere fatica, semplificare il lavoro delle aziende, ma lasciate che lo sottolinei: la tecnologia, senza persone, resta priva di utilità.

Capire questo concetto equivale a compiere un significativo passo avanti nelle capacità di gestione dei team. Del resto, questa pandemia ci ha offerto un’altra grande lezione da non sottovalutare: il mondo è globalizzato, siamo interconnessi e iperconnessi, ma in questa interdipendenza dobbiamo trovare il modo di valorizzare la struttura economica portante del sistema paese, le persone.

Il nostro Paese suscita in tutti noi, in questo periodo storico, sentimenti positivi tipici, direi primordiali, che dobbiamo conservare e preservare. Non abbiamo nulla da invidiare al resto del mondo: bisogna ripartire esattamente da qui.

“Il digitale sì grazie, ma alle persone.”

Trovare la via per lavorare al meglio, gestire il capitale umano, dal benessere alla sicurezza, passando per lo sviluppo dei percorsi di trasformazione personale nonché alla formazione aziendale; in sintesi: mirare alla felicità dei collaboratori è una responsabilità universale.

Se prendi un impegno crei speranza; se lo mantieni, crei fiducia.

Come brillantemente racconta Toni Servillo nel film La Grande Bellezza: “La più consistente scoperta che fai a una certa età, è che non puoi più perdere tempo a fare cose che non ti va di fare”.

Il vero leader

È fondamentale non perdere il contatto con la realtà e restare autentici e allo stesso tempo flessibili, tratto fondamentale, persino vitale, per un vero leader
Le imprese devono modellare l’ambiente lavorativo costantemente, in modo da avere una cultura distinta e palpabile, un’identità aziendale precisa.
Un leader che mantiene il principio di empatia nella sua gestione sa motivare i suoi collaboratori fino a farli sentire parte di qualcosa di speciale e significativo. Il comportamento e le azioni nei confronti del proprio universo lavorativo mettono in sinergia tutti i livelli del team.
Chiedi ai tuoi collaboratori di dare il massimo, ma permetti loro di continuare a tentare finché non riescono, sostienili affinché sappiano lavorare in modo che il loro successo sia sempre una grande conquista. Promuovi la produttività, incoraggiando i colleghi ad assumersi dei rischi e a compiere delle scelte basate sull’esperienza personale, ci sarà sempre il tempo e il modo necessario per rimediare in caso di errore.

In questo modo, potrai osservare la completezza di una Compagnia che si evolve nel corso del tempo, ascoltando il suo respiro all’unisono.

Utilizza quello che senti per comunicare i tuoi piani e spiegare chiaramente e apertamente le tue decisioni ai collaboratori.
Un prodotto che funziona non è più sufficiente, almeno nell’ambito dell’economia globalizzata: il cliente deve innamorarsi del prodotto, deve sentirsi parte di una comunità, di qualcosa di grande e importante, deve esser parte della stessa esperienza.
Il primo cliente della tua azienda è il tuo collaboratore.